Allevamento Bufale da latte da Battipaglia al cuore del Cilento

Tutto quello che c'è da sapere sull'allevamento delle bufale da Latte. Dagli allevamenti della piana del Sele a quelli del Cilento il miglior latte per la produzione di mozzarelle di Battipaglia.

Due requisiti fondamentali per l’allevamento bufale sono senz’altro l’abbondante presenza di acqua e la stabulazione libera.

Queste due priorità rientrano a pieno titolo anche nel disciplinare di produzione della mozzarella di bufala campana DOP. In sostanza, più le bufale da latte hanno modo di pascolare liberamente e razzolare nell’acqua e migliore sarà la resa in termini di produzione.

Allevamento delle bufale da latte

Infatti, il Disciplinare indica all’articolo 3 le modalità di allevamento delle bufale da latte. I capi bufalini devono essere allevati in stabulazione semilibera. Vale a dire che l’animale può pascolare in uno spazio recintato e attrezzato. Naturalmente più ampio sarà lo spazio e migliore sarà il benessere dell’animale.

Il Disciplinare cita anche la presenza di paddok, ovvero recinti all’aperto dove le bufale possono sostare. Dato che il bufalo è un animale conosciuto per la sua familiarità con gli ambienti paludosi, l’allevamento prevede anche l’esistenza di vasche. È qui che i capi bufalini preferiscono sostare maggiormente.

Gli allevamenti di bufale del Cilento

Sul bufalo italiano sono stati svolti diversi studi, ma restano lacunose le origini dell’animale. Tuttavia, esso è assai riconosciuto per le sue caratteristiche fisiche e genetiche, le differenze corpose con gli altri bovini e, naturalmente, le sue abitudini in ambito di riproduzione.

Oggi è notevole il progresso della tecnologia nella filiera latteo-casearia. Infatti, sono stati studiati diversi metodi per disinfettare la mammella delle bufale da latte prima di essere munte.

Ogni capo, poi, è dotato di microchip, che conserva tutti i dati di quello specifico capo. Non soltanto i parametri legati alla sua salute, ma anche la posizione dei capezzoli. Così che le macchine automaticamente “sanno” dove si trovano e quali di essi mungere.

Queste tecnologie sono state introdotte da parecchi anni nel Salernitano. Gli allevamenti di bufale nel Cilento ne sono un esempio di virtù e dedizione.

Bufalo Italiano

Si diceva che le origini del bufalo italiano sono assai incerte. Alcuni le fanno risalire all’epoca longobarda, altri dicono fosse stato introdotto dagli Arabi. Comunque, si pensa che il periodo storico di comparsa di questo ruminante in Italia sia il VII secolo.

Eppure, sono tante le fonti che fanno presagire l’esistenza del bufalo italiano anche prima delle invasioni barbariche. Infatti, si sostiene che il bufalo sia stato introdotto durante le naturali migrazioni avvenute nella preistoria. Inoltre, ci sono validi argomenti che supportano la tesi secondo cui anche gli antichi greci e romani ne sfruttassero la forza lavoro.

“Bubalus” è il termine latino che stava ad indicare maggiormente la carne di bufalo da mangiare con i cavoli. Si trattava di un’usanza praticata a Roma, nella colonia ebraica.

Razza mediterranea

È chiaro, quindi, che i bufali italiani abitassero già da tempi remoti le paludi dell’Italia. Comunque, la razza mediterranea è stata osservata con maggiore interesse verso la fine del 1700 e, più in particolare, da Alfred Edmund Brehm in “La vita degli animali”.

Il biologo scriveva del bufalo domestico nella sua voluminosa opera pubblicata nel 1893. L’opera parla delle abitudini di questo animale, descritto come “pacifico, che si affida senza timore alla custodia di bambini”.

Il bufalo è impacciato sulla terraferma, ma a suo agio nell’acqua. Risulta indifferente “a tutto ciò che non può evitare”, ma non può rinunciare al suo bagno quotidiano. Se privato di quello, infatti, “diventa molto irrequieto, e persino cattivo”.

Nel Disciplinare non è presente questa accortezza, ma è una buona pratica di tutti gli allevamenti di capi bufalini. È, tuttavia, presente all’articolo 2 l’indicazione sulla provenienza delle bufale da latte. Ovvero, Campania, Lazio, Puglia e in poche zone del Molise.

Bufale da latte

Le bufale da latte hanno un peso che si aggira intorno ai 6-7 quintali. Sono leggermente più piccole rispetto al maschio e sono apprezzate per la loro capacità riproduttiva. Sebbene abbiamo un periodo di gestazione della durata di 326 giorni circa, possono partorire dall’età di 2 fino a 20 anni.

Il periodo di lattazione dura mediamente 277 giorni, con una produzione di latte giornaliera che si aggira intorno ai 7-10 litri. Differentemente dal bovino, il latte di bufala è più grasso e per questo di qualità molto superiore.

Razione alimentare bufale da latte

Affinché il latte mantenga tutte le sue proprietà nutritive è necessaria la giusta razione alimentare bufale da latte.

Il calcolo delle unità di foraggio viene effettuato sulla base del peso dell’animale e del latte prodotto in media.

Ovvero, 0,7–0,8/q.le di peso vivo e 0,6–0,8 /lt latte. Laddove per unità foraggere si intende il valore nutritivo contenuto in 1 kg di granella di orzo oppure in 2,5 kg di fieno.

Alimentazione bufale da latte

L’alimentazione bufale da latte è un fattore molto importante, perché si preservi il benessere degli animali e la qualità del latte.

Le bufale si cibano di foraggi essiccati, ad esempio il fieno, a cui seguono amido e mangimi. La quantità e la frequenza con cui si alimentano varia a seconda delle fasi di crescita del capo e del periodo di lattazione.

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